La Cascata delle Marmore non ha bisogno di presentazioni, lo sappiamo.
Conosciuta in tutto il mondo grazie anche alle suggestionanti descrizioni di molti artisti, fra cui Byron che la definì: “impareggiabil cataratta orribilmente bella”.
Visto che il poeta inglese ha contribuito alla notorietà di questa cascata in tutto il mondo, l’artista Peppe Di Giuli ha voluto ricordarlo con un’opera d’arte contemporanea a lui dedicata.
Questa opera, una panca in acciaio con sopra scolpito un mantello in bronzo dorato, è una delle tante cose interessanti che si possono vedere durante la visita a uno dei simboli dell’Umbria
La Cascata delle Marmore è un’opera artificiale voluta dal console Curio Dentato per far fluire le acque del Velino nel sottostante alveo del fiume Nera.
Così dal 290 A.C. chiunque passi nei suoi pressi può ammirare una colonna d’acqua di 165 metri suddivisa in tre salti che compongono.
Nel corso dei secoli l’acqua ha così scavato grotte con con stalattiti e stalagmiti nel travertino. Alcune di queste sono anche visitabili e sono una delle cose meno conosciute di questa attrazione
Anche se la storia, riportata in tutti i libri, è questa appena raccontata a noi ci piace pensare che in realtà la nascita di questa cascata sia di natura divina.
Nera, figlia del dio Appennino, si innamorò di un giovane pastore di nome Velino. La dea Giunone venne a conoscenza di questo amore profano e decise che la ninfa meritava una punizione.
La portò così in cima al Monte Vettore dove Nera fu trasformata in un fiume, che prese il suo nome..
Disperata Nera cominciò a scorrere come un fiume di lacrime sino a raggiungere il punto esatto dove aveva incontrato Velino per la prima volta.
Il suo amato, intanto, non sapendo dove fosse finita Nera chiedeva sue notizie. Interrogando una sibilla questa gli svelò quanto era accaduto.
Velino si gettò allora dalla rupe per potersi ricongiungere con Nera, la sua amata. Quel salto di 165 metri è il simbolo del loro amore senza fine.
Carsulae dista dal Casale Molinelle soltanto 21,6 Km. Tempo di percorrenza in macchina 19 minuti.
L’arco di San Damiano che una volta era l’ingresso settentrionale della città è uno dei simboli e delle cose da vedere a Carsulae.
L’arco di San Damiano era la porta monumentale della città, senza alcuna funzione difensiva infatti la città non era circondata da mura di cinta.
Rimarrai sicuramente colpito dalla sua maestosità, infatti la sua altezza dal livello stradale è di oltre 9 metri, il suo spessore è di 4,50 metri e il basamento, formato da tre gradini,è largo circa 6 metri.
Sicuramente Carsulae è una delle cose più particolari che l’Umbria può offrire; una meta particolarmente adatta alle famiglie con bambini che rimarranno incantati dal fascino della storia romana.
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di Carlot Maria
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